Page 34 - Fantasilandia
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tasia più sognati dai bambini, per questo motivo, sono gli unici che possono

           sopravvivere nel mondo reale!”.
              “Mi dispiace di avere dubitato di loro” disse Francesco “vedrò di farmi

           perdonare!”.
              “Le cose non sono sempre come appaiono, caro ragazzo. Pronto per que-
           sta nuova avventura?”.

              “Accipicchia” urlò Francesco eccitato “certo che sono pronto! Chi si per-
           derebbe un viaggio sul tappeto volante? Peccato che i miei amici non pos-

           sano  vedermi!”  e  poi  rivolgendosi  ai  suoi  accompagnatori  disse  “su
           scansafatiche, andiamo Loren ci aspetta!”.

              I folletti e le fatine non se lo fecero ripetere due volte. I primi si sistema-
           rono sulle spalle del loro amico: piccoli e monelli non avrebbero voluto per-

           dersi l’emozione della partenza, mentre le fate, più timorose e sagge, si
           nascosero dentro le tasche dalla felpa di Francesco.

              “Adesso tocca a te” gli disse Aurora abbracciandolo “fa del tuo meglio!”.
              Francesco, capì che se la missione non fosse andata a buon fine non

           avrebbe più rivisto i suoi amici e questo pensiero lo intristì molto.
              Tortorì fischiò e il tappeto magico cominciò a sollevarsi dal prato, prima

           lentamente, poi sempre più velocemente fino a scomparire dentro un tun-
           nel di luce che costrinse Francesco a chiudere gli occhi.

              Il ragazzo disteso sul tappeto, si teneva forte alle frange, il vento gli scom-
           pigliava i capelli mentre i folletti, aggrappati disperatamente alla felpa nel
           tentativo di non volare via, gridavano con la loro voce stridula, spaventati

           dall’alta velocità. Le fate, invece, se la ridevano, nascoste al sicuro dentro

           le tasche.
              Il viaggio durò qualche minuto, poi all’improvviso un tonfo e il tappeto at-
           terrò su una siepe sballottando i passeggeri giù per terra.

              Francesco si alzò dolorante “non sono molto fortunato con gli atterraggi”
           pensò mentre cercava con lo sguardo i suoi coraggiosi accompagnatori e,

           scoppiò in una fragorosa risata, quando si accorse che i folletti erano stati
           scaraventati su un albero e giacevano immobili per il dolore con gli occhi

           usciti dalle orbite, mentre le fate erano riuscite a volare via dalle sue ta-
           sche.

              “Vi siete fatti proprio male Eh?” scherzò la fatina.
              Tutti risero di gusto.

              “Non ci siamo presentati” dissero in coro i folletti e poi, guardandosi, co-




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