Page 9 - Fantasilandia
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che annunciava l’arrivo dei suoi amati bambini.

              “È in arrivo sul vagone Sogni d’Oro, Miriam, da Parigi”; “È in arrivo sul
           vagone Paura della Notte, Jokohama da Tokio”; “È in arrivo sul vagone

           Viaggi d’Avventura, Tulip dal Cairo” e, immediatamente, quei piccoli vagoni
           prendevano forma, sfrecciando sulle rotaie immaginarie come fossero sulle
           montagne russe e, tra chi amava lottare contro draghi e mostri di ogni

           tipo, chi amava volare insieme alle fate e avventurarsi nei boschi incantati,
           chi sognava di volare con gli unicorno o abbracciare un dinosauro, il cor-

           nodelbenarrivato suonava continuamente realizzando il sogno che ogni pic-
           colo ospite aveva sempre desiderato.

              Questo, purtroppo, succedeva molte lune fa.
              Da qualche tempo, infatti, sui binari di Fantasilandia i bambini arrivavano

           sempre più raramente e ciò preoccupava tanto il povero Tortorì che, alla
           veneranda età di seimila anni, decise di rendere più vivace la piccola sta-

           zione ferroviaria, riempiendo i binari di lucine colorate che si accendevano
           e  si  spegnevano.  Montò  persino  una  grande  insegna  sulla  quale  c’era

           scritto:
              “PER DI QUA, FANTASILANDIA” con un’enorme freccia lampeggiante.

              Tutto ciò, purtroppo, non servì ad attirare i bambini e il cornodelbenarri-
           vato cominciò anche a perdere il suo tradizionale suono e, i vagoni, sempre

           più vuoti.
              Tortorì da secoli era il custode di questo splendido posto e si rese subito
           conto che qualcosa di strano stava succedendo: a memoria di gnomo ul-

           tramillenaria, non aveva mai vissuto un silenzio così lungo e decise così di

           fare una cosa che non avrebbe mai immaginato di dover fare, ricorrere al
           binocolo attraversaconfini.
              Sospirò a lungo prima di recarsi nel luogo che conteneva lo scrigno ma-

           gico del tempo, osservare il mondo reale avrebbe potuto renderlo cieco, ma
           era un rischio che avrebbe dovuto correre per capire cosa stava succe-

           dendo.
              Attraversò la montagna incantata e, utilizzando la chiave che portava al

           collo da sempre, aprì lo scrigno magico. Guardò a lungo il binocolo e poi
           voltandosi nella direzione opposta se ne impossessò.

              Nessuno lo aveva mai utilizzato, perché i custodi di Fantasilandia non po-
           tevano accedere al mondo reale, come i personaggi della fantasia, ma

           quella gli sembrò l’unica cosa da fare.




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