Page 13 - Fantasilandia
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sono delle creature che vivono e muoiono con gli alberi che le ospitano nella
loro corteccia. Sento che sta succedendo qualcosa di grave!” e rivolgendosi
ai suoi amici continuò “ un attimo di silenzio!… Attenzione … silenzio per
favore … chi manca oggi, guardatevi intorno, chi altri non ci ha raggiunto!”.
Un essere molto strano si fece avanti e alzando l’unico dito che aveva,
cercò di attirare l’attenzione. Francesco s’impressionò guardando la figura
di quest’essere. Non si capiva bene se fosse un animale o un omino, perché
aveva la forma di un topo, di un uccello e alcune parti di uomo, aveva un
aspetto davvero orribile.
“Linchetto, non abbiamo alcuna voglia di scherzare!” lo ammonì Tortorì
prima di dargli la parola.
“Anch’io non ne ho nessuna voglia” rispose quell’essere offeso dall’ingiu-
sto rimprovero.
Tortorì spiegò a Francesco che i Linchetto erano dei folletti dispettosi che
vagavano di notte entrando nelle camere e scoprendo le persone mentre
dormivano, bussavano alle porte, nascondevano gli oggetti e sghignazza-
vano per le loro burle, ma erano molto affettuosi con i bambini. Proprio
perché così burloni, spesso erano bugiardi e non godevano della simpatia
degli altri abitanti di Fantasilandia.
“Che cosa hai da dire, sentiamo!” il tono di Tortorì era molto serio.
“Volevo solo dire che non vedo gli Unicorno! Io sono molto affascinato da
questi animali e quando ci riuniamo, ammiro sempre la loro bellezza”.
Tortorì si guardò intorno, il Linchetto aveva ragione, mancavano proprio
gli unicorno.
Il volto dello gnomo s’incupì, l’Unicorno era l’animale più saggio e puro
che esistesse a Fantasilandia e, la sua assenza, pesava gravemente su
tutta la comunità.
Ricominciò il mormorio e ci si rese conto che mancavano molti amici: i
gremlins, gli orchi, le sirene, gli uccelli del tuono, gli ziz, gli yeti, i grigoni e
tanti altri ancora.
Tortorì si voltò verso Francesco con gli occhi smarriti e gli disse “Nessuno
di loro aveva mancato un incontro prima d’ora, cosa sarà successo ai no-
stri amici!”.
Francesco rimase un po’ perplesso, poteva comprendere il dispiacere per
l’assenza dell’unicorno, ma gli yeti, gli orchi … meglio farli sparire subito!
Decise di parlarne con Tortorì il quale, guardandolo con tenerezza, gli
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