Page 10 - Fantasilandia
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Così, ripercorsa la montagna incantata, mentre stava avvicinando gli

           occhi alle lenti, una voce lo scosse fortemente: “Tortorì, aspetta, non for-
           zare il destino, lascia che esso si manifesti!”.

              Lo gnomo, quasi rinsavito, lasciò cadere a terra il binocolo e portando le
           mani  alla  testa  disse  a  voce  alta  “Oh  povero  me,  cosa  mi  è  venuto  in
           mente!”.

              Tortorì sapeva bene che osservare il mondo reale, non solo avrebbe po-
           tuto fargli perdere la vista, ma avrebbe potuto anche creare il caos: l’im-

           maginario si sarebbe confuso con il reale e Fantasiladia sarebbe scomparsa
           per sempre.

              Il poveretto decise, quindi, che avrebbe smesso di preoccuparsi lasciando
           che il destino facesse il suo corso.

              Non dovette aspettare a lungo, perché dopo qualche giorno, un vagone
           sfrecciò veloce come una saetta fermandosi proprio davanti a lui.

              Tortorì guardò perplesso il cornodelbenarrivato che avrebbe dovuto suo-
           nare o perlomeno strimpellare o comunque sfiatare insomma, un soffio

           che servisse a realizzare il sogno di quell’unico ragazzo che, finalmente,
           aveva raggiunto Fantasilandia!

              Nulla, il corno stava zitto, zitto.
              Un bambino dai grandi occhi neri sorrideva felicemente; i suoi capelli

           erano scomposti per l’alta velocità e la sua pelle era candida e luminosa.
              Il bambino scese dal vagone, si sistemò i capelli e si diresse verso lo
           gnomo, in piedi era alto quanto lui!

              Tortorì lo guardò stupito “Non devi scendere figliolo, il viaggio continua

           “gli disse scuotendo le grandi mani.
              “Ma non sono qui per viaggiare” rispose candidamente il bambino “sono
           qui per recapitare un messaggio da parte degli abatua: sono in pericolo e

           solo tu li puoi aiutare”.
              Tortorì rimase impietrito, erano anni che i bambini non vedevano gli aba-

           tua. Quei minuscoli omini, capaci di nascondersi sotto un filo d’erba, una
           volta vivevano nelle case degli esseri umani e nottetempo, di nascosto, si

           occupavano delle faccende domestiche in cambio di piccoli regali. Avevano
           una natura timida e, solo i bambini potevano vederli.

              Da molto tempo ormai gli Abatua vivevano nascosti dentro gli armadi o
           nei cassetti e le loro azioni passavano inosservate. Nessun bambino riu-

           sciva a vederli e anche nel mondo della Fantasia non si parlava più di loro.




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