Page 11 - Fantasilandia
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“Non puoi scendere dal vagone!” ripeté Tortorì.

              “Questo gnomo sarà un po’ sordo” pensò Francesco sospirando.
              “Sei tu Tortorì?” gridò sperando di essere sentito.

              “Si sono io” rispose lo gnomo urlando a sua volta “ma perché gridi, non
           sono mica sordo?” e poi passandosi una mano tra i capelli continuò “ho ca-
           pito, ho capito! Ti ascolto! Avevo un brutto presentimento ed eccoti qua’!

           Dimmi tutto allora, cosa succede agli abatua!”
              Francesco tirò un sospiro di sollievo e cominciò a parlare lentamente.

              Gli raccontò che dall’età di sette anni vedeva gli Abatua con i quali si di-
           vertiva e, alle volte, lo aiutavano con i compiti.

              Tutto cominciò quando la mamma, una sera, dopo avergli letto la solita
           fiaba, gli chiese di inventarne una e di scriverla su un diario che gli aveva

           comprato per l’occasione, con tante pagine bianche.
              Quella richiesta piacque talmente tanto a Francesco che, ogni sera, il

           bambino si chiudeva in camera per scrivere una nuova fiaba alla mamma.
              Da allora scoprì gli abatua nascosti nel cassetto della sua scrivania e, nel

           giro di poco tempo, diventarono grandi amici.
              Una sera, purtroppo, gli abatua gli confidarono che erano molto preoc-

           cupati per alcuni di loro: scomparsi all’improvviso senza lasciare traccia!
              Fu così che Francesco decise di recarsi a Fantasilandia per raccontare

           l’accaduto a Tortorì.
              Lo gnomo, dopo avere ascoltato con attenzione il racconto del bambino,
           rimase qualche minuto in silenzio, pensieroso, mentre con il dito poggiato

           sulla fronte guardava verso l’orizzonte.

              “Dobbiamo riunire tutti gli abitanti di Fantasilandia” sbottò all’improvviso
           alzandosi in piedi “ci vuole una riunione speciale, solo così troveremo la so-
           luzione!”.

              Sfrecciò velocemente dietro un albero quasi a scomparire dentro di esso
           e uscì, pochi minuti dopo, con una cetra dorata. Tortorì amava suonare

           quello strumento, ma poche volte aveva potuto farlo perché veniva usata
           solo per richiamare tutti i sogni dei bambini nello stesso luogo e nello stesso

           momento.
              “Questa è una cetra magica” gli disse toccando le corde dello strumento

           “quando comincerò a suonarla tutti i personaggi della fantasia saranno
           radunati, vedrai che spettacolo!”

              E così fu, lo gnomo chiuse gli occhi e cominciò a suonare una musica




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