Page 24 - Fantasilandia
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forte prima di lasciarlo andare.
“Tornerò” gridò Francesco mentre la Fenice spiccava il volo verso il vuoto.
Le enormi ali di quel meraviglioso uccello cominciarono a solcare il cielo
nero ma, da subito, il bambino percepì che più si avvicinavano alla valle, più
la velocità della Fenice diminuiva, stava perdendo quota!
Arrivati a valle, infatti, l’uccello non riuscì a controllarsi e strisciò sul
prato verde lasciando cadere Francesco che rotolò lontano.
La Fenice aveva perso i suoi colori, cercò di rialzarsi ma con lentezza, non
riusciva a volare!
“Vai Francesco” gli sentì sussurrare “compi la tua missione!”.
Solo dopo qualche secondo la vide riprendere il volo, le sue ali grandi e
forti sembravano delle vele sbattute dal vento e, mentre cercava di supe-
rare il vuoto, le ali si bloccarono creando un vortice che la spinse sempre
più giù, sempre più velocemente, roteando su se stessa come fosse un mis-
sile.
Francesco chiuse gli occhi, non volle guardare, le sue lacrime gli solca-
vano le guance rosse e, quando li riaprì, la Fenice era scomparsa.
Si alzò di scatto, corse verso il baratro rischiando di cadere di sotto e,
con il cuore che gli batteva all’impazzata, cercò la sua amica.
Con un urlo disperato Francesco diede sfogo a tutta la sua rabbia,
adesso era proprio arrabbiato!
Cominciò a incamminarsi verso la casa della maga: la rabbia era più
forte della paura.
Si trovò davanti un’enorme capanna di legno alla cui base c’erano delle
zampe di gallina che la tenevano perfettamente in equilibrio. Francesco
chiuse i pugni e bussò con tutta la forza che aveva in corpo, tre volte, una
volta, due volte.
La porta si aprì: davanti a lui un normalissimo gatto bianco e nero dagli
occhi azzurri.
“Chi sei?” chiese l’animale.
“Mi chiamo Francesco, sono qui per parlare con Baba Yoga!” la sua voce
era sicura e determinata.
Gli occhi del gatto si posarono sul ciondolo di Francesco e, dopo qualche
secondo, il gatto, assunse le sembianze di una vecchietta.
“Entra, Il ciondolo di Aurora è sempre il benvenuto “.
All’interno la casa era tutt’altro che una capanna.
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