Page 21 - Fantasilandia
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frattempo lo aveva raggiunto “questo deve farti comprendere quanto sia

           importante quello che stai facendo per Fantasilandia” e, poggiandogli la
           mano sulla spalla, gli chiese di ritornare.

              Francesco tornò indietro con passo celere, quel mondo contava sul suo
           coraggio e lui, adesso, era intenzionato a dimostrarlo.
              Aveva ben capito che non si trattava di uno dei suoi sogni fantastici, ma

           di un’avventura che stava accadendo realmente.
              Il Girasole li raccolse da terra e li adagiò tra le sue foglie riprendendo il

           cammino.
              “Quanto manca per la valle delle due lune?” chiese Francesco.

              Tortorì si accorse subito che il bambino aveva mutato espressione: il suo
           volto non era più sognante ma serio e concentrato, aveva cominciato a ca-

           pire il senso della missione!
              “Non so quanto manchi” rispose l’amico “si racconta che qualcuno abbia

           cercato di attraversare Fantasilandia per arrivare alla valle delle due lune,
           ma di loro si sono perse le tracce “.

              Tortorì sapeva che avrebbe spaventato Francesco, ma doveva conoscere
           la verità affinché egli prendesse sul serio quel viaggio.

              Infatti, il bambino rimase silenzioso mentre il girasole ricominciava a can-
           tare con voce melodica e, distendendosi sulle foglie, sonnecchiò un po’.

              Fu risvegliato qualche ora più tardi dalla frenata improvvisa del girasole,
           si guardò intorno e notò che Tortorì aveva lo sguardo smarrito.
              Non ci volle molto tempo per capire quale fosse il motivo: di fronte a lui

           Fantasilandia non era più la stessa!

              I colori erano spariti, gli alberi erano senza vita con i loro rami penzolanti,
           l’orizzonte nero come la pece e la terra arida e secca.
              La Fenice si avvicinò, era tornata da un giro di perlustrazione e, con voce

           cupa, gli disse che non c’era più nulla oltre gli alberi, solo vegetazione ina-
           nimata e un baratro.

              “E’ molto strano, Fantasilandia non può finire qui, siamo ad appena
           mezza giornata di viaggio!” commentò Tortorì.

              “Non c’è più nulla” ripeté la Fenice “ho volato in lungo e in largo, il nulla!
           Sembra che una sua parte sia sparita e l’altra rimasta è inanimata”.

              “Cosa dovremmo fare adesso?” mormorò Tortorì.
              Piombò un silenzio inquietante per qualche istante finché, all’improvviso,

           Francesco avvertì una leggera brezza che lo avvolse e la sua bocca si aprì




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