Page 34 - Azzurra
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tuo valoroso padre che mori in baaglia. Tu lo hai creduto
per eore ed hai colmato il vuo affivo con tanto ran-
core. Fuivo da un perido uomo, che prendeva di
avermi in moglie, e sono caduta in un dirupo. Tu mi sei
scivolato dalle braccia prima che io pripiti nel vuo.
L’erba alta ti ha pro da quell’uomo. .. ma ti ha lasciato
da solo, in balìa di te sto!”
“Mamma... infondimi un po’ della tua bontà perché io
poa diventare un uomo buono.” Die, nel dormiveglia,
con un l di voce e una calda lacrima che scendeva sulla
sua guancia.
Azzua, il cane e l’asinella, quella trite sera, art-
tando della ditrazione del taglialegna, riuscirono a fug-
gire. Rimasero nascosti nel bosco, ospitati nelle tane che i
buoni amici animali rivano loro e cibandosi di bacche
e ui ma non erano a conoscenza della mamorfosi
che l’uomo aveva compiuto.
Venne l’inverno con le sue giornate edde e piovose e, in
un bruo momento, piovve per giorni, senza un aimo
di sosta.
Scrosci di pioia a catinelle inzuarono il monte e rivoli
sempre più grandi scivolarono a valle.
I ruscelli si riempirono d’acqua e il ume s’ingroò. Zolle
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