Page 57 - Francesca
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Furibondo  salì  nella  torre  e  aprì  con
          veemenza la porta. «Smettila di cantare!»,

          intimò.

            Poi vide gli uccelli e la sua ira aumentò.
          «Vi odio, passeri! Siete luridi e disgustosi!

          Io odio tutti gli animali!»

            Gli uccellini scapparono, tranne uno.
            Il re lo afferrò, cercando di schiacciare il

          suo corpo con entrambe le mani.
            «Non uccidetelo! Maestà vi prego!»

            Francesca si inginocchiò bloccandogli le

          mani e avvicinandole al suo viso.
            Piangeva. Una lacrima le scivolò dalla

          guancia  cadendo  sulla  voglia  impressa

          nella  mano  sinistra  del  re,  la  mano  del
          cuore, e fu come se quella lacrima avesse

          aperto un varco nella sua anima.

            Un  reticolo  vibrante  invase  tutto  il
          corpo, si impadronì di ogni nervo e di ogni

          arteria e scosse il suo cuore.

            Le emozioni balzavano su e guizzavano
          come fiamme lambenti. Minute perline di

          umidità gli spuntarono sulla fronte.

            Guardò Francesca negli occhi e vide che
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