Page 42 - Fantasilandia
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Il Risveglio




              La mattina successiva Francesco aprendo gli occhi si accorse di essere

           nella sua camera.
              Si alzò di scatto guardandosi intorno e cercò di mettere a fuoco l’am-

           biente che lo circondava.
              I poster dei suoi supereroi preferiti, le fotografie sulla scrivania, il suo

           computer … era a casa, era stato tutto un sogno, ma un sogno davvero
           realistico!

              La mamma entrò nella stanza e avvicinandosi al suo orecchio gli sus-
           surrò “Francesco è ora di alzarsi, devi andare a scuola”.
              “A scuola?” pensò Francesco voltandosi dall’altra parte “come stavo bene

           a Fantasilandia, lì non c’era mica scuola!”

              Si alzò lentamente, strofinò gli occhi sperando di rivedere Tortorì, si
           guardò intorno ma non vide nessun Abatua.
              “Bé meglio andare a fare colazione” pensò mentre il suo stomachino

           brontolava.
              Si sedette a tavola, mangiò voracemente le fette biscottate con la mar-

           mellata e bevve il latte caldo.
              Si sentiva contento di essere a casa ma provava uno strano senso di so-

           litudine, come se quel sogno lo avesse vissuto davvero.
              “C’è qualcosa che ti turba?” gli chiese la mamma.

              Francesco la guardò pensierosa e dopo qualche secondo le chiese “Pensi
           che i sogni abbiano sempre un significato?”.

              “A volte si” rispose la mamma “esprimono desideri, preoccupazioni. Nel
           sogno spesso vinciamo le nostre paure o realizziamo un nostro desiderio

           … hai fatto un bel sogno?”.
              “Bellissimo, mamma”.

              “Bene, conservalo gelosamente nel tuo cuore ed esso si realizzerà”.
              “Mi piacerebbe, ma credo che sia un po’ difficile!”.

              La mamma sorrise.
              Ancora intontito, Francesco terminò la colazione lentamente, si lavò il
           viso, i denti e preparò lo zaino per la scuola.

              Infilò la felpa, indossò i jeans, calzò le scarpe ma qualcosa nella tasca

           della felpa attirò la sua attenzione, infilò le mani e il suo cuore ebbe un sus-



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