Page 8 - Francesca
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cini, frodi e ruberie, di tasse esose agli abi-
          tanti di villaggi sottomessi al suo potere, di

          lotte impari e conquiste di piccoli regni.

          Azioni di poco valore e di scarsa lealtà.
            Altre fanciulle dei villaggi vicini, deside-

          rose  di  por  fine  alla  loro  miseria  e  offu-

          scate  dal  miraggio  che  benessere  volesse
          dire  felicità,  avevano  accettato  di  buon

          grado la corte del re e lo avevano sposato.
            Ma ahimè! La differenza tra realtà e il-

          lusione  è  spesso  cocente:  avendo  presto

          compreso la sua vera natura, erano morte
          di dispiacere senza dargli l’erede maschio

          da lui tanto atteso.

            L’ultima consorte del re era morta pochi
          mesi prima.

            «Maestà,  io  sono  semplice.  Non  mi  al-

          letta cambiare la mia condizione. Sto bene
          così, con i miei amati genitori.» Disse Iris

          con reverenza.

            L’affermazione della fanciulla, tuttavia,
          contrastava con il volere del re e con le sue

          aspettative: egli non intendeva rimanere

          a lungo vedovo e soprattutto voleva un fi-
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