Page 2 - Lu stranu viaggiu
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Lu  stranu viaggiu



               L’idea de “Lu stranu viaggiu” mi nacque dal desiderio di parlare e spar-

            lare un poco dei miei compagni di lavoro non solo viventi ma anche tra-
            passati,  che  indubiamente  avevano  dato  adito  alla  mia  sensibilità  di
            ricordarli per i loro pregi ed anche per i loro difetti. Insomma un semplice
            “curtigghiari”, come suol dirsi in dialetto, fu la spinta ad accingermi al la-

            voro, che ha avuto il pregio di tenermi occupato intensamente nei momenti
            di stasi e di solitudine ed anche adesso mi appaga poiché mi ripresenta
            personaggi che ebbero molta importanza  durante la mia vita ferroviaria.
            Naturalmente non potevo di fatto “curtigghiari” senza non inquadrare que-

            st’ultimo in uno schema che lo mascherasse  e desse la sensazione di far
            parte di un progetto più … nobile.  Fu così che, forte delle mie remini-
            scenze scolastiche (Dante, Platone, teorie della metempisicosi, ecc. ecc.),
            pensai di descrivere un mio viaggio nell’oltretomba da vivo. Cosa, que-

            st’ultima, non estremamente nuova e quindi innovativa. Il mio scopo non
            era quello di  voler fare qualcosa di nuovo, ma semplicemente di costruire
            un canovaccio da seguire e che mi desse anche lo spunto per mettere a
            fuoco concetti acquisiti durante la mia vita scolastica aggiungendoli in un

            variopinto calderone ai personaggi  ed alle cose che volevo ricordare. Da
            questo punto di vista, anzi, lo sciorinare un poco la mia cultura insieme a
            fatti della mia vita soddisfaceva pienamente la mia … civetteria, poiché
            mi dava modo di evidenziare le mie conoscenze storiche e culturali, rara-

            mente presenti  nel mio ambiente di lavoro. Insomma per me si presentava
            in questo modo la possibilità di sentirmi ferroviere, ma un ferroviere di-
            verso, che sapeva tante cose di filosofia, religione, storia, letteratura e che
            inoltre scriveva in vernacolo con la tecnica dell’endecasillabo sciolto favo-

            rendo il mio svolazzare con le ali della fantasia.
               Per quanto sopra detto, quindi, al motivo iniziale della mia opera, via,
            via, si aggiunse il desiderio di esternare le mia cultura e confrontarla sem-
            pre di più con la mia vita reale e la spinta a voler anche far conoscere il

            mio parere  sopra argomenti nuovi e controversi. Il tutto in modo bonario,
            senza la pretesa  di dar consigli, di influire  sui fatti e nemmeno con la pre-
            tesa di voler fare un’opera d’arte: un bonario chiaccherare in versi su cose
            vecchie e nuove, un parto fantastico della mia fantasia, stilato per passa-

            tempo ed in momenti di riflessioni con me stesso.
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