IL SEGNO
Il segno è uno degli elementi fondamentali che caratterizzano un artista. Esso può essere reso visibile su qualsiasi superficie usando strumenti di lavoro diversi.
Le incisioni eseguite dagli uomini primitivi, per esempio, sono state create graffiando e rigraffiando, con pietre appuntite, le pareti delle caverne in cui questi uomini vivevano, per raffigurare scene della vita quotidiana. Oggi questi disegni ci permettono di conoscere costumi e credenze di popolazioni scomparse. Nel tempo la tecnica dei graffiti sulla roccia si è evoluta, di pari passo con l'uomo, e oggi una serie di strumenti molto perfezionati permette di produrre segni e quindi immagini:
• la grafite, la penna d'oca, la punta d'argento, la penna a sfera hanno fornito gli strumenti scrittori;
• il papiro, la pergamena, la carta hanno fornito i supporti;
• gli impulsi elettronici hanno dato accesso alla visualizzazione del disegno sullo schermo di un computer.
Oggi esiste quindi la possibilità di ottenere un segno con infinite e diversissime caratteristiche, talmente personalizzato, a volte, da essere immediatamente identificato con la mano dell'artista che lo ha creato.
Nel disegno di Picasso qui a destra si può leggere un tratto sicuro, compatto e continuo, che ricorda vagamente le curve improntate da una macchina.
La rappresentazione della figura indica però, con certezza visibile, che l'immagine è stata creata da un essere dotato dell'emozionalità e istintività tipiche dell'uomo.
Siamo quindi di fronte a una grande armonia tra il segno e la genuinità compositiva del pittore. Il segno è come una firma, una grafia, un'impronta digitale: esso esprime, simultanea-mente, il carattere dell'uomo e il suo stato d'animo nel momento della creazione artistica.
Nel ritratto a matita di Modigliani, a sinistra, la linea appare profilata con una pressione leggerissima sul foglio, tanto che il segno è appena visibile.
Questo aumenta il lirismo del soggetto e l'evidenza dell'emozione che l'artista ha voluto imprimere. Il segno può essere espresso con infinite intensità, a seconda della forza applicata con lo strumento di scrittura sul supporto.
Si possono, per esempio, ottenere diverse sfumature di grigio variando la forza esercitata dalla matita sulla carta. La sensibilità del segno e il suo rivelarsi consiste nel controllare la pressione e l'inclinazione della mano, e la concentrazione psicologica, per conseguire la linea voluta con morbidezza, eleganza e precisione.
I TONI DEL SEGNO
I toni sono infiniti perché infinite sono le gradazioni della grafite che, nelle sue sfumature, va dal nero al bianco.
Una volta capito il significato del segno bisogna trovare la linea con la quale disegnare le proprie creazioni, in relazione alla propria sensibilità, al proprio mondo interiore, all'interesse che ognuno possiede per l'immagine.
Il principiante di questa disciplina dev'essere nutrito di pazienza, pronto a imparare con modestia e passione. Deve prendere contatto con la matita non considerandola più uno strumento per scrivere o per fare giochi infantili, ma un elemento di studio impegnativo. Una volta appreso il significato del segno e dopo aver eseguito degli esercizi su di esso, come primo approccio allo studio e al disegno della figura umana è utile che l'allievo si eserciti nel copiare liberamente (meglio sarebbe "istintivamente") uno o più disegni dei grandi maestri del Rinascimento italiano: Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello.
STRUMENTI DI LAVORO
I materiali a disposizione per la tecnica del bianco e nero sono veramente tanti. Le case costruttrici specializzate in belle arti hanno messo in commercio svariati strumenti di lavoro: a parte la classica matita, anche carboncini, carboni, carbonella, pastelli, gessetti, penne a china, ad alcool e a base di anilina, e tanti altri.
La matita, cioè la grafite, è la base di ogni tecnica grafica per la sua praticità, docilità e morbidezza di segno. Si può affermare che, imparata la tecnica della matita, si capiscono più facilmente gli altri mezzi espressivi.
- LA MATITA
Le case costruttrici assegnano a ogni matita una sigla formata da numeri e lettere per indicare il grado di morbidezza (o durezza) del minerale. Esistono matite dure, di media morbidezza, morbide e molto morbide.
Quando una matita è di grafite morbida e molto morbida, e quindi grassa, è classificata con la lettera B preceduta da numeri che variano dal 2 al 7 e indicano l'intensità del nero. Una 4B sarà quindi più scura di una 2B. Una matita dura è classificata con la lettera H, numeri da 2 fino a 5 ed è chiara.
Alcune marche conservano ancora un vecchio metodo di classificazione delle matite con tre numeri, intendendo:
• con 1 il tono più scuro
• con 3 il tono più chiaro
• con 2 il tono intermedio, corrispondente all'attuale HB.
Spetta quindi a ogni disegnatore tentare e ritentare fino a trovare la matita giusta per le proprie creazioni, in relazione alla propria sensibilità.
- LA GOMMA
Esistono in commercio molti tipi di gomma per cancellare. Quelle colorate sono da evitare perché lasciano sgradevoli tracce sul foglio: la gemma deve essere bianca. In passato veniva utilizzata la mollica di pane raffermo che, strofinata sulla carta, assorbiva il grasso della grafite; serviva anche a schiarire il segno per la correzione.
Tale sistema è stato oggi sostituito dalla comoda gomma-pane, facilmente reperibile in commercio, utilizzata per alleggerire un tratto pesante e molto unto o per eliminare sgradevoli segni o sporco rimasti sul foglio.
Per cancellare linee molto pesanti, segnate da una matita grassa, si consiglia di usare prima la gomma-pane, per levare il grasso della grafite, e in un secondo tempo una normale gomma bianca per eliminare totalmente la linea. La gomma-pane non va tenuta in mano per lungo tempo perché poi, usandola, può lasciare sulla carta spessi aloni grigi, determinati da porzioni di plastilina sciolta dal calore.
- LE CARTE DA DISEGNO
Descrivere i diversi tipi di carta, con le tante peculiarità, esistenti in commercio è quasi impossibile. Sarà il disegnatore a scoprirne con passione le caratteristiche e a utilizzarli in base a ciò che vuole realizzare e alla propria personalità.
Le carte più diffuse sono:
• liscia
• semiruvida
• ruvida
• martellata (ideale per la tecnica dell'acquarello)
Oltre a questi tipi classici, nelle scuole d'arte è molto usata la carta "da pacco" o "da spolvero", pesante e semiruvida di colore bianco opaco. Ogni tipo di carta se trattato con la stessa matita dà risultati diversi.
Per esempio, una matita di serie H, cioè dura e chiara, utilizzata su carta liscia ha un segno chiaro e su carta semiruvida un tono più scuro. Su carta ruvida la stessa matita dà un nero di maggiore intensità.
COME SI TIENE LA MATITA
Una comune matita di grafite è lunga mediamente 16 cm e può essere impugnata come una normale penna per scrivere: si avrà un controllo maggiore del segno, che sarà più preciso nel particolare. Se la matita viene serrata nella mano con il braccio teso, e utilizzando il polso come perno nei movimenti, si può disegnare in grande.
Il cannello di legno viene bene affilato con un taglierino, tanto da permettere alla grafite di scoprirsi un centimetro circa per essere, in un secondo tempo, appiattita accuratamente.
Si può tenere la matita tra l'indice e il pollice, in orizzontale, nascondendone il corpo tra il palmo della mano e le altre dita, cosicché il segno viene prodotto con la parte lisciata: è il modo di ottenere un tracciato morbido, veloce e un chiaroscuro vibrante e sfumato.
Un altro modo è quello di stringere la matita come un pennello: un campo d'azione dello strumento più indicato per le grandi dimensioni che per le piccole.
LO SCHIZZO E L'ABBOZZO
Nei momenti liberi e di svago si consiglia, come sostegno normale dell'apprendimento, di fare schizzi.
Lo schizzo è un disegno che in pochi tratti veloci coglie il movimento, il carattere, la forma della figura e la scena che le fa da sfondo.
Lo schizzo aiuta a fermare un'impressione, a ricordare alcuni particolari da inserire in una composizione: fissa l'idea.
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